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EDIFICI

LA NUOVA PORTA TRA DOLOMITI E PIAVE

Belluno, Piazzale della Stazione

2017

LA NUOVA PORTA TRA DOLOMITI E PIAVE

PIAZZALE DELLA STAZIONE

La città e la costruzione del suo paesaggio

Arrivando a Belluno si ha la percezione di una città unica, particolare nel suo rapporto con il paesaggio, sincera nell’espressione della sua storia.

Città dove la tensione tra la presenza del ume Piave e delle aspre Dolomiti ha reso le sue strade dipananti uniche, in un continuo susseguirsi di viste panoramiche sulle pendici delle montagne e scorci mozza ato lungo il tracciato delle vecchie mura sul tortuoso Piave.

Una storia antica di insediamento umano, in perenne confronto con l’inaccessibilità del luogo.

Colonizzata dall’interesse dei romani per la ricchezza della presenza di ferro e rame, Bellunum vede strutturarsi e dare forma al proprio paesaggio attraverso la centuriatio delle campagne e la costruzione della compagine pensata con la tipica struttura del Castrum, situato su un terrazzo uviale tra l’alveo dell’Ardo e quello del Piave con il foro situato in piazza delle Erbe.

Nel periodo medioevale la città splendente (dalle sue antiche origini celtiche) si espande con la creazione di un primo castello, una cinta di mura e la costruzione di quelle spazialità abitabili che ancora oggi si riconoscono nel denso tessuto della città storica: la piazza del Duomo con la chiesa e l’ex palazzo dei Vescovi, l’attuale piazza delle erbe sede della piazza del mercato e la via Mezzaterra, asse viario principale Nord-Sud. 

Nei periodi successivi la città si continua ad espandere verso nord, e nell’800 vengono abbattute le mura e interrato il fossato, collegando senza più limiti la compagine storica ai propri campi e piccoli suburbi. Il Campedel, un campo fuori le mura inizialmente diviene così centro delle attività commerciali lasciando alla piazza del Duomo il ruolo di sede dei principali servizi.

Col passaggio sotto lo Stato italiano e il duro periodo delle due guerre mondiali la città, soprattutto nelle parti più esterne subisce pesanti trasformazioni, andando a perdere in molti tratti aspetti identitari senza contrapporre all’intenso sviluppo di servizi e attività terziarie un’e cace piani cazione. Nella porzione a nord della città, in concomitanza alla decisione di cambiare il posizionamento della stazione ferroviaria situata anticamente nella zona dove oggi sorgono le scuole Gabelli, si dà corso allo sviluppo di un polo dedicato all’istruzione, all’alloggiamento militare e al tribunale che costituisce ancora oggi la cerniera, il fulcro, del rapporto che la città trattiene con le pendici del suo paesaggio montano, non attivando però un e cace legame con la parte più antica della compagine.

Così lo spazio antistante la Stazione ferroviaria alle spalle di questa porzione urbanizzata novecentesca viene a possedere la potenzialità di divenire la nuova porta contemporanea della città, delle dolomiti e dei quei territori che sussistono tra questi due splendidi poli attrattori; diviene con forza il primo di una possibile sequenza di spazi da valorizzare in modo da ra orzare quel forte legame sempre esistito tra paesaggio e concatenazione di spazi della città storica. 

 

Lo Sguardo Progettuale

Discendendo dalla catena montuosa delle Dolomiti attraverso le valli o inerpicandosi dai primi piani inclinati della pianura, si giunge così alla nuova Piazza della Stazione di Belluno; uno spazio pensato come spazio di silenzio, dove il grande coperto circoscrive un luogo; è potenzialmente il primo di una sequenza che si srotola tra le strette vie medievali no alla terrazza sul Piave. Si passa da piazza dei Martiri, ampio respiro che si apre trasversalmente, fulcro commerciale della città, prima di attraversare la storica Porta Dojona. La dimensione cambia immediatamente, si ritorna alla scala più a dimensione umana ancora permeata dalla presenza del paesaggio in cui, quasi riprendendo le anse del ume, si genera piazza Duomo, uno spazio in stretta relazione con la circolazione veicolare e alla ricerca di una sua più forte identità capace di tenere insieme la dimensione del sacro con quelle dei palazzi comunali. Procedendo verso est si raggiunge piazza Mercato, memoria della dimensione medioevale di borgo, in cui “poeticamente abita l’uomo”(1) dando vita allo spazio; luogo del mercato e degli incontri, denso di storia, si estende naturalmente verso via Mezzaterra, una discesa che ricorda un sentiero urbano che discende verso il promontorio sul Piave.

Una vista nale inquadra il ume; le anse e la grandezza degli elementi fanno ricordare le Dolomiti alle spalle.
Belluno si riscopre in una preziosa armonica relazione dove il silenzio delle vibrazioni della copertura della piazza oggetto del concorso ridona senso e quiete ad uno spazio continuamente scosso dai ussi veicolari cercando un nuovo equilibrio tra gli elementi del paesaggio circostante.

Il progetto urbano

Il progetto, attraverso la ride nizione della qualità spaziale dello spiazzo della Stazione, si fa carico di una rilettura della densità urbana della città di Belluno attraverso il ra orzamento della sequenza delle piazze presenti nella linea discendente dalle pendici montane al ume, cercando di ritrovare per ciascuna di essa la qualità caratterizzante, e di valorizzare quegli elementi che ne costituiscono struttura de nendone identità riconoscibile, abitabile, all’interno di un pensiero operante che ancora scommette sulla dimensione umana del fare città, rintracciando quelle connessioni umanizzanti tra centro e nuovi sviluppi che possano essere motore per feconde rigenerazioni dei territori che li circondano. Invertendo lo sguardo, gli ambiti storici vengono così valorizzati da una testa, il nodo intermodale della stazione, che, ritrovando qualità, diviene luogo abitabile per ospitare incontri, ere, occasioni di coesione sociale e di ritrovata inclusione; luogo che accolga l’andare e venire degli studenti che possono così riconquistare uno spazio della città già abitato ma senza la qualità necessaria. 

Il grande coperto: l'identità nella soglia

Soglia tra la dimensione territoriale e locale, elemento che accoglie, abbraccia e inquadra il paesaggio; ombreggia, disegna al suolo uno spazio sicuro, riconoscibile; luogo di incontri, di attesa, di passaggio, con ne che delimita gli spazi senza concluderli e si con gura come elemento di apertura del perimetro, verso la vastità del paesaggio.

Uno spazio raccolto, concepito come un uscio, una nuova stanza della città.
La stazione dei treni, l’autostazione, i servizi che si a acciano sulla piazza vengono raccolti in una continuità del suolo che ridà valore al percorrere lo spazio, a elementi di erenti e distinti che ritrovano un dialogo silenzioso.
Un elemento fuori scala che accorda il paesaggio delle montagne con la città di Belluno.

Si è pensato di di erenziare i suoli, carrabile e pedonale cercando di rendere sicuro un luogo che no ad ora ha vissuto della commistione tra tra co pedonale e veicolare. Il materiale della pavimentazione, il por do, in continuità con le pavimentazioni della città storica, accoglie lo spazio dei pedoni costellato di panche e alberature che ritmano lo spazio, connettendo in una linea continua il lungo marciapiede che porterà verso il futuro ostello e deposito delle biciclette consentendo la percezione unitaria delle diverse funzioni in un unico luogo. Un’illuminazione, costituita da lampioni più alti, illumina l’intero spazio dell’autostazione garantendo un adeguato livello di percezione di sicurezza.

 

Il progetto dell'autostazione

 

Uno degli elementi importanti che contribuiscono a dare forma all’intero progetto è stata la riorganizzazione spaziale e funzionale dei ussi veicolari presenti attualmente nell’area; si è così data nuova con gurazione ridisegnando gli stalli di sosta e di stazionamento delle linee di autobus, facendo in modo che i veicoli da 12 metri potessero compiere un percorso circolatorio prede nito nel piazzale Metropolis attorno a un grande marciapiede pedonale, di qualità, contenente sedute e illuminazione adeguata in modo da poter divenire luogo di possibile socialità per la sosta e l’attesa principalmente degli studenti e luogo sicuro di salita agli autobus.

Cinque stalli più grandi, che accolgono gli autobus lunghi 18 metri, sono stati posizionati in adiacenza del grande coperto e del piazzale della stazione ferroviaria, pensati anche per una discesa e salita temporanea che funzioni assieme allo spazio verso via Dante.

Una pista ciclabile che discende dal parco Vittime delle Foibe passa per il piazzale della stazione tra la copertura e la stazione proseguendo verso via Giosuè Carducci. Molta importanza nel progetto è stata data alla sicurezza e alla diminuzione della commistione tra tra co veicolare e pedonale.

E’ stato inoltre pensato un allargamento del marciapiede di via Dante sul lato ovest, al ne di accogliere con più sicurezza i molti studenti in attesa.
Alle auto è riservato uno spazio per la sosta temporanea (max 30 min) e sosta per Disabili sul lato sud del piazzale. La sosta per i Taxi e veicoli delle ferrovie dello stato è stata pensata accanto alla copertura, in continuità con lo spazio pedonale.

Al parcheggio interrato è lasciato il compito di accogliere i veicoli che intendono sostare per più di 30 minuti. 

Hanno collaborato: Stefano Agliati, Marianna Nisoli, Claudio Tomasini

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